I nuovissimi mostri
Se è vero che il cinema si fa col cuore e con le idee – e in queste circostanze sempre si trova qualche bell’ingegno che rifrigge l’antica tiritera – è altrettanto vero che senza quattrini, le idee rimangono nel cassetto e il cuore finisce , se sei fortunato, a battere solo per pochi intimi.
Capita dunque che il Fondo unico per lo spettacolo, da questo Esecutivo considerato – come del resto l’intera partita della Cultura – voce di spesa e non investimento, si assottiglia e su iniziativa di Tremonti passa dai 460 milioni del 2008 ai 378 di quest’anno, con buona pace – anzi all’insaputa, così almeno si giustifica – del ministro poeta, eternamente attonito, Bondi e degli addetti al ramo, Carlucci e Barbareschi.
In compenso, nel più puro stile governativo detto della Dissociazione e della Sconnessione, tax shelter e tax credit, sono state acquisite. Benissimo. Ma senza adeguati fondi, ciò significa che saranno detassati gli utili di operazioni che non si potranno nemmeno avviare.
Bel colpo. Ricorda un’altra inutile detassazione prodotta all’ esordio di questo governo. E manco male che a Milano – rullino i tamburi e sia dato fiato ai (sempre allertati) tromboni – si aprono gli studi della Cinecittà del Nord. Che senza non se ne sarebbe potuto fare, pena l’avvilimento dato da overdose di visione romanescocentrica della vita, di tutti i cittadini di Quarto Oggiaro e dintorni.
Le speranze di veder almeno ripristinato l’antico stanziamento, sono così esigue da imporre la mobilitazione dell’intera categoria. A rischio gli spettacoli, la cultura, una delle più forti possibilità di ripresa e duecentomila posti di lavoro. Così, lunedì scorso, manifestazione con attori registi e maestranze davanti a Montecitorio ampiamente documentata dalla stampa e ieri sera, delegazione ( ristretta e prestigiosissima) a seguire i lavori Parlamentari.
Per il resto, i vari comitati dovranno discutere e concordare le iniziative, dunque lo sciopero a oltranza e si parla, pur con qualche perplessità di bloccare il festival di Venezia ( Roma, no? Essù.. due piccioni con una fava).
Ma il fatto che colpisce di più in questa chiamata alle armi sotto la canicola – lunedì a Roma, si bolliva – è l’assoluta disinvoltura dei maestri Montaldo, Scola, Maselli, Lizzani, Monicelli.
Li si penserebbe stanchi, non tanto per età – il cinema, come è noto, allunga la vita di chi lo fa e di chi lo ama – ma perchè di queste scalate a Montecitorio, per dirla con Montaldo, sono zeppe le cronache dagli anni 60 in poi. E invece niente, qualcuno di loro addirittura tira le fila dell’organizzazione, altri discutono animatamente, si fanno sentire, non mancando ad uno solo degli appuntamenti.
D’altronde come astenersi : sotto i loro (e i nostri occhi) sta accadendo qualcosa che oltrepassa e perfeziona il feroce Immaginario che portò diritto alla realizzazione di opere come i Mostri, Boccaccio 70 e di tante altre commedie dette all’italiana. Se dovessero sentirsi superati anche solo per un attimo, non potrebbe essere altro che per questa Realtà che ci è toccata in sorte e che ha scavalcato anche il peggiore degl’incubi a 26 fotogrammi il secondo.
Nell’illustrazione Citto Maselli, Cristina Comencini, Mario Monicelli nelle tribune di Montecitorio
2 pensieri riguardo “I nuovissimi mostri”
ieri sera al TG3 Mastandrea parlava della manifestazione e successiva presenza in parlamento.
Meno male che almeno questi hanno le idee chiare, a parte qualche divergenza sulle strategie, sembrano molto compatti e determinati. Speranze di ottenere qualcosa, non ce ne sono, quindi gli tocca. Alla fine credo si metteranno d’accordo sul fare ammuina a Venezia. Voglio proprio vedè i Vanzina ( presenti e manifestanti)