Giovanna chi?
Poche ore sono bastate perchè il tema della violenza sulle donne, trasversale, transnazionale e globalizzata, venisse rimosso a destra come a sinistra per lasciare spazio alla razionalità politica,ai temi alti della biopolitica, dell’immigrazione,della costituzionalità dei provvedimenti,della sicurezza nell’era post ideologica ,della responsabilità penale individuale o delle espulsioni vere o presunte,di massa, individuali o di famiglia.Sui temi si sono pronunziati i giuristi i sociologi,gli psichiatri i sacerdoti, le camere penali ,i prefetti,i politici i giornalisti e l’immancabile Comunità Europea.Tutti invariabilmente dimentichi di Giovanna. E’ indecente la strumentalità con la quale si vogliono legittimare i provvedimenti,le ronde e il repulisti da una parte ma è altrettanto disdicevole dall’altra ,la facilità con cui quell’omicidio scivola nelle argomentazioni di chi vuole difendere i colpevoli e si rifiuta di criminalizzarli.La questione sessuale è radicata nel razzismo come nella solidarietà.Non uno degli uomini che proclama di avere a cuore la sicurezza e il bene comune sarà credibile finchè trasferirà sui romeni (o chi per loro) un’autocoscienza che non riesce a fare su di sè.Nessun uomo che ha a cuore l’accoglienza dei rom o dei romeni sarà credibile finchè non s’interrogherà sulle violenze di cui le donne romene o rom sono vittime nelle loro case.Il ventiquattro novembre si annuncia una manifestazione di donne contro la violenza sulle donne, in occasione dell’omonima giornata internazionale (che poi è il venticinque) .Mi rifiuto (per la prima volta) di scendere in piazza o di partecipare a convegni.L’omicidio di Giovanna ad opera di un romeno per caso,chiama ad un ordine differente delle cose : quando gli uomini convocheranno la manifestazione del 25 novembre,io parteciperò alle iniziative.Prima no.
All’epoca non si sarebbe mai sognata di destare scalpore con storie di compiti svolti a casa di Peggy Guggenheim o di frequentazioni illustri nel salotto di Venezia, rifriggendo le solite cose: l’affabilità di Roncalli, i silenzi di Pound ,il dialetto di Baseggio. Men che meno le sarebbe passato per la testa di elogiare l’educazione severa che allora s’impartiva alle ragazze di buona famiglia – pianoforte, danza e bonnes manières – tutta roba che, se aveva un pregio, era quello di spingerne più d’una a ribellioni epocali ,definitive e senza recuperi. Quanto ha avuto cura di nascondere, nel corso del tempo, oggi mostra con orgoglio e un tantinello d’enfasi ed essendo cambiato radicalmente, il concetto di trasgressione, racconta con civetteria l’annedottica sull’avarizia dei multimiliardari made in USA (anche Paul Getty aveva un telefono a gettone in casa, embè?). Strambelli, in tour per promuovere i suoi memoires scritti in tandem con tale Cotto, offre di sè l’immagine un po’ trita di quella che passano gli anni, i governi e i cataclismi , rimane sempre uguale a se stessa.Una che – imboniscono i presentatori – ha cantato Brel e Léo Ferré (un paio di brani , i più orecchiabili),che non ha voluto figli perchè ciò contraddice l’essere artisti (e Picasso? E Chaplin?) ha fatto la navigatrice solitaria (con Soldini ) e tre giorni a Rebibbia per droga (modica quantità,uso personale,robetta leggera).Insomma uno stereotipo bello e buono ma triste, un ricordo lontano di quel che fu : una cantante piacevolmente commerciale con uno stile tutto suo.Piuttosto che esibire il mascherone biascicando di età biologica , non sarebbe stato meglio un Patty Pravo Platinum e via..?

La discussione delle norme sulla sicurezza richiederebbe un impegno più collegiale e meno demagogico di quel che ci tocca in questi giorni , vuoi perchè in questione sono provvedimenti da assumersi per il Bene Comune,vuoi per le complicanze che fatalmente insorgono quando si devono connettere Norme con il resto del nostro Ordinamento e con le Disposizioni Comunitarie ma soprattutto quando dispositivi che pure sembrano sacrosanti vanno a scontrarsi con l’Attuabilità o con la Compatibilità Amministrativa. La Tolleranza Zero,per chi non lo sapesse,è un lusso che questo paese non può permettersi non solo per ottime ragioni di natura culturale ma perchè richiederebbe un perfetto funzionamento del Sistema che dai commissariati alle aule di tribunale agli istituti di detenzione , spesso non riesce nemmeno a garantire la normale amministrazione,figuriamoci il resto.Ciò detto, chiunque in questa circostanza tragica abbia colto l’occasione per regolare conti che con la sicurezza non c’entrano o che per suscitare facili consensi abbia alzato i toni o peggio, lanciato proposte delle quali già in partenza si conosce l’ inattendibilità sul piano giurisprudenziale, somiglia più allo sciacallo che al politico.Un capitolo a parte poi lo meritano quelli che intendono rispondere ad una legittima domanda di sicurezza, anteponendo questioni di principio o di natura ideologica.Va tutto bene ma intanto che maturi nei cittadini una differente coscienza civile,che si mettano in atto politiche d’inclusione o che s’insegni infine ai maschi a rispettare le donne,qualcosa bisogna fare.Stigmatizzare il poco che si è potuto, davvero non aiuta nessuno.Le donne sono vittime di efferatezze fuori ma soprattutto dentro le famiglie in cui vivono,i lampioni andrebbero accesi prima in casa che per la strada e sono talmente vittime da essere persino utilizzate come pretesto per giustificare sentimenti razzisti, aggiungendo come se ne ve ne fosse bisogno, efferatezza ad efferatezza.Questo nessuna lo vuole tuttavia i criminali vanno assicurati alla giustizia e nel caso di stranieri, comunitari o meno che siano, è indubbio che l’azione penale e il governo dell’ordine pubblico diventano difficoltosi se non inefficaci quando sono impossibili l’identificazione e l’espatrio.Allontanati inutili sentimenti di rabbia, sono questi i due elementi intorno ai quali focalizzare l’attenzione perchè non bastano i provvedimenti, c’è bisogno di coordinamento con i paesi di provenienza con i quali restringere la rete ma in modo tale da non intrappolarvi gl’incolpevoli e non è semplice.Prima che si scateni la caccia al romeno,bisogna agire.